
Vi siete mai chiesti cosa significa realmente Made in Italy? E quanto sostenerlo significhi tutelare il nostro vantaggio competitivo e la nostra economia?
Il peso del Made in Italy
Secondo i dati forniti da Google il marchio Made in Italy è il terzo brand più conosciuto al mondo dopo Coca-Cola e Visa. E secondo uno studio della rivista Forbes, questo marchio è al settimo posto in termini di reputazione tra i consumatori di tutto il mondo.
Dati sostenuti anche dal valore dell’export che dal 2012 al 2019 è risultato sempre superiore all’import collocandosi dietro solo a quello di USA, Francia, Germania e Giappone. Infatti, il network PwC stima in 461 miliardi di Euro (+9,3%) il valore dell’export Made in Italy anche per il 2021. Secondo SACE e Sole 24 ore salirà a 510 miliardi nel 2023.
La nascita
Il Made in Italy, sviluppatosi negli anni del secondo Dopoguerra come semplice indicazione del Paese di origine, è diventato negli ultimi quarant’anni sempre più un brand, un marchio, un valore immateriale riconosciuto a livello mondiale che aumenta il vantaggio competitivo delle nostre produzioni.
È sopratutto nei settori dall’agroalimentare, moda, arredamento, meccanica e automazione che il Made in Italy è oggi sinonimo di elevata qualità, eleganza, cura dei dettagli, creatività e artigianalità.
Attributi che hanno trasformato il nostro export in traino portante per l’economia italiana e reso, al contempo, i nostri prodotti oggetto di contraffazioni, che sottraggono importanti fette dl fatturato alle aziende italiane.

La contraffazione
Secondo la relazione “Tendenze del commercio di merci contraffatte e usurpative” di Euipo (l’ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale), la contraffazione, solo nel 2016, anno della ricerca, è costata all’Italia 88 mila posti di lavoro; un mancato gettito fiscale dal commercio al dettaglio e all’ingrosso per 4,3 miliardi di Euro e un mancato pagamento di diritti di proprietà intellettuale ai titolari italiani per altri 6 miliardi e minori entrate statali per 10,3 miliardi di Euro.
Cifre importanti che mostrano quanto sia importante tutelare i nostri prodotti e il valore sottratto dalle contraffazioni. A tal fine sono nati i marchi di Made in Italy e 100% Made in Italy.
I requisiti per essere Made in Italy
Oggi il requisito fondamentale richiesto al prodotto che intende fregiarsi del Made in Italy è essere stato progettato, ideato e disegnato in Italia, anche se industrialmente prodotto altrove. In sintesi è “Made in Italy” sia la merce realizzata interamente in Italia sia quella prodotta e/o realizzata parzialmente all’estero.
Nel 2009, per una maggior tutela della produzione italiana, è stata riconosciuta la dicitura 100% Made in Italy con la conseguente certificazione rilasciata dall’Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani.
Il prodotto italiano è classificabile come “100% made in Italy” se si realizzano esclusivamente in Italia tutte le seguenti fasi:
- disegno
- progettazione
- lavorazione
- confezionamento.

Le tutele del Made in Italy
È importante sottolineare che il marchio Made in Italy non tutela solo il prodotto fine a sé stesso o la sua italianità – e proprio l’origine del prodotto sembra essere la vera forza trainante per il consumatore – ma salvaguarda anche:
- la sicurezza: l’Italia possiede il sistema di controlli più mirato, severo e accurato al mondo lungo tutte le fasi della filiera produttiva. Per questo abbiamo il più alto numero di prodotti controllati e protetti di tutta Europa. Al contrario, le materie prime importate non sono oggetto di controlli così accurati e i prodotti, soprattutto se contraffatti, non subiscono alcun controllo
- la qualità: il Made in Italy è sinonimo di alta qualità (dall’agroalimentare e alla moda), di ricerca e innovazione (soprattutto per macchinari e prodotti farmaceutici), di eleganza e stile (moda e design)
- il lavoro: ogni prodotto italiano garantisce lavoro lungo tutta la filiera produttiva: dalla produzione delle materie prime alla trasformazione, dalla logistica alla vendita. Scegliere prodotti italiani significa dunque favorire l’occupazione nazionale
- la ricchezza interna: le filiere integralmente italiane fanno crescere il PIL, a differenza della delocalizzazione produttiva che sposta la creazione di ricchezza fuori dal paese
- il valore: i prodotti italiani al 100% permettono di dare il giusto valore a tutte le componenti della catena produttiva, dall’origine fino alla vendita, a differenza delle importazioni di merce non italiana
- la tracciabilità: per i prodotti italiani certificati (soprattutto alimentari) è possibile risalire alle varie fasi di lavorazione e preparazione, a partire dalle materie prime che li compongono.
Conclusione
In sintesi, il Made in Italy racchiude più di un valore aggiunto, e di ciò ne beneficiano sia i grandi brand sia le piccole e medie imprese che, pur non avendo la stessa notorietà dei primi, traggono vantaggi in termini di percezione qualitativa e innovativa.
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui il Made in Italy andrebbe scelto e tutelato. E come azienda che ha deciso di disegnare, progettare e produrre esclusivamente in Italia, non possiamo che essere d’accordo.